I Fibromi Uterini
- Il fibroma uterino è il più diffuso tumore benigno dell'apparato riproduttivo femminile e interessa 1 donna su 4 in età fertile, 24 milioni di donne in Europa, più di 3 milioni in Italia, con un'incidenza fino al 30-70% nella fascia d'età 40-49 anni.
- Può determinare mestruazioni abbondanti, dolore mestruale, senso di peso a livello pelvico, dolore nei rapporti sessuali, sintomi urinari e intestinali, anemia e stato di debilitazione generale.
- Ci sono ricadute sulla sessualità e sul desiderio di maternità con possibili riflessi sulla capacità riproduttiva (sterilità, aborti, parti prematuri).
- Non solo i sintomi, ma anche l'approccio terapeutico fino ad oggi principalmente chirurgico ha influito negativamente sulla salute e sulla sfera emotiva della donna.
- I percorsi terapeutici - come per altro evidenziato nelle linee guida delle società scientifiche Sigo, Aogoi e Augui - vanno personalizzati in base a sintomi, dimensione, numero e posizione del fibroma, presenza di patologie concomitanti, ma anche all’età della paziente, in particolare se vuole avere figli.
Introduzione
I fibromi dell’utero sono tumori fibromuscolari benigni che originano dalla componente muscolare dell’utero (miometrio).
La loro incidenza varia tra il 20% e l’80% a seconda dell’età (soprattutto in donne in età fertile tra i 30 ed i 40 anni) e della popolazione considerata (maggior incidenza nella popolazione afroamericana).
Il fibroma uterino non è pericoloso in sé ed è anzi la patologia più comune tra quelle genitali femminili, tanto che circa il 70% delle donne è da considerarsi a rischio. Solo lo 0,5% dei fibromi può trasformarsi in cancro.
Nonostante questo, però, i fibromi uterini possono comportare disturbi anche gravi, da sanguinamenti a dolori sino a problemi di fertilità, e non vanno quindi sottovalutati.
Generalmente insorgono tra i 45 e i 55 anni, ma possono manifestarsi anche a partire dai 35. Ne esistono di diverse tipologie: quelli detti "sottosierosi", che si sviluppano sulla superficie esterna dell'utero; gli "intramurali", nello spessore della parete dell'utero; i "sottomucosi", all'interno della cavità dell'utero. I primi sono per lo più asintomatici, mentre gli altri colpiscono l'endometrio (la mucosa interna dell’utero), provocando sintomi più evidenti.
I sintomi
I sintomi sono generalmente classificabili in 3 categorie:
- Sanguinamenti uterini anomali
- Pressione e dolore pelvico
- Problemi riproduttivi
Il fibroma uterino nel 30% dei casi, non presenta sintomi: la diagnosi viene solitamente effettuata durante la visita ginecologica.
Nel restante 70% dei casi, invece, può provocare dolori anche molto forti nella zona pelvica (dolore addomino-pelvico).
Si possono presentare fenomeni di dismenorrea (ossia dolori mestruali molto forti dovuti alle contrazioni continue dell'utero che cerca di eliminare il fibroma) oppure di metrorragia (perdite di sangue tra una mestruazione e l'altra). Altrettanto probabili sono menorragia (flusso mestruale molto abbondante) e polimenorrea (disordine del ciclo mestruale in cui le mestruazioni sono più frequenti del normale).
Altri sintomi frequenti sono l'anemia, sensazione di gonfiore e stanchezza, dolori nella zona sacrale e lombare, difficoltà nella minzione (o necessità di urinare di frequente), dolore durante i rapporti sessuali, aumento di peso e problemi di stipsi.
Il 15-30% delle donne in età fertile ha un’anemia da carenza di ferro di differente gravità, molto spesso sottovalutata dai medici. Questa percentuale aumenta nei Paesi a basso reddito, superando il 50% delle donne in età riproduttiva.
Le emorragie da fibromatosi uterina sono una causa importante di anemia, cui peraltro concorrono altri fattori che è necessario indagare sia per una adeguata diagnosi, sia per instaurare una terapia efficace e persistente.
I sintomi più frequenti di anemia sono: stanchezza, sia fisica che mentale con difficoltà di attenzione e concentrazione, aumento della percezione del dolore, variazioni del tono dell’umore con irritabilità e a volte depressione, calo del desiderio sessuale, sensazione di fastidio e irrequietezza alle gambe (sindrome delle gambe senza riposo), pelle secca e pallore, perdita di capelli.
Tutti questi sintomi sono in relazione al numero, alla grandezza e alla localizzazione dei fibromi.
Problemi di infertilità o di complicazioni in gravidanza sono per lo più legati allo sviluppo di fibromi verso la cavità uterina (sottomucosi).
Il fibroma uterino è pericoloso? Quando preoccuparsi?
Come abbiamo detto, il fibroma uterino è un tumore benigno e solo in una percentuale bassissima può evolvere in tumore. Non c'è quindi bisogno di preoccuparsi troppo, anche se è sempre bene tenere i fibromi sotto controllo.
I sintomi vanno valutati caso per caso e in base al quadro generale e non solo ginecologico: età, tipo di fibroma, progetto riproduttivo, condizioni cliniche generali.
In linea di massima, sono soprattutto i fibromi sottomucosi e quelli intramurali a dare più problemi rispetto a quelli sottosierosi, perché si sviluppano verso l'interno dell'utero.
Molto spesso le donne che scoprono di avere un fibroma temono di non poter avere gravidanze, ma non è così: sono rari i casi in cui questa patologia diventa un ostacolo al concepimento.
In certi casi la fibromatosi in gravidanza può causare minaccia d’aborto fino all’aborto; minaccia di parto prematuro fino al parto prematuro; perdite di sangue modeste (“spotting”) o più abbondanti. Molto dipende dal numero, dalla sede e dalle dimensioni dei fibromi.
In questi casi la gravidanza necessita di controlli clinici ed ecografici più frequenti.
Il numero di gravidanze complicate dalla presenza di miomi uterini oscilla tra il 2.7% nelle donne che eseguono l’ecografia di screening del secondo trimestre, al 12.6% nelle donne che si sottopongono a tecniche di fertilizzazione in vitro, e fino al 25% nelle donne di età più avanzata che si sottopongono a ovodonazione.
Fibroma uterino in menopausa
Nel periodo della menopausa, il volume dei fibromi tende a ridursi in modo spontaneo, comportando una netta diminuzione dei sintomi, se non la loro scomparsa. In questi casi la menopausa non rappresenta affatto una cattiva notizia! Questo perché la crescita dei fibromi è strettamente collegata alla produzione di ormoni, che con la menopausa calano progressivamente.
Diagnosi
Nella maggior parte dei casi la diagnosi di fibromi uterini viene effettuata dalla visita ginecologica associata all’ecografia transvaginale , in alcuni casi associata all’ecografia pelvica per via addominale.
Se si sospetta un fibroma sottomucoso viene richiesta l’ISTEROSCOPIA DIAGNOSTICA: attraverso uno strumento ottico (Isteroscopio) si entra in utero e si visualizza il canale cervicale e la cavità uterina.
La diagnosi isteroscopica consente di completare la valutazione corretta della situazione uterina e di selezionare le donne che vanno sottoposte ad intervento chirurgico (vedi terapie dei fibromi).
Terapie dei fibromi uterini
Nella maggior parte dei casi, se si hanno uno o più fibromi all'utero asintomatici e di piccole dimensioni, non è necessaria nessuna terapia specifica: basterà sottoporsi a delle visite ginecologiche regolari. Se invece i fibromi hanno dimensioni più grandi e sono presenti sintomi, è consigliabile un trattamento di tipo farmacologico e/o chirurgico.
Terapia medica
I farmaci che generalmente vengono prescritti sono di tipo ormonale.
La terapia farmacologica:
- pillola anticoncezionale estro/progestinica, progesterone naturale o medicinali progestinici. Questi medicinali non sono capaci di rimuovere i fibromi, però possono ostacolare la loro crescita e, principalmente, ridurre la quantità del flusso mestruale ed il dolore mestruale.
- Medicinali “analoghi del Gn-rh”: è un’iniezione mensile che, arrestando la produzione di ormoni femminili, genera una menopausa “transitoria”, che elimina i sintomi di sanguinamento e in alcuni casi si assiste ad una riduzione volumetrica del fibroma.
- Per le donne anemiche, la combinazione di integratori di ferro e un multivitaminico, che aiuterà il corpo a utilizzare efficacemente il ferro, è un'opzione efficace per combattere l'anemia.
Terapia chirurgica
Nel caso in cui il fibroma non risponda alla terapia farmacologica, si può ricorrere ad un intervento chirurgico.
Fibromi a sviluppo prevalentemente sottomucoso (fibromi presenti all'interno della cavità uterina): è possibile ricorrere all’intervento di ISTEROSCOPIA OPERATIVA
Fibromi a sviluppo prevalentemente sottosierosi (che si sviluppano sulla superficie esterna dell'utero): è possibile intervenire con l’intervento di LAPAROSCOPIA OPERATIVA (miomectomia laparoscopica), attraverso piccoli fori praticati sulla parete addominale.
Nei casi in cui tutte le strategie terapeutiche non funzionano o l’utero fibromatoso ha raggiunto una dimensione importante, può essere proposta l’ISTERECTOMIA (asportazione dell’utero). Le ovaie possono essere lasciate, valutando caso per caso.
Come sottolineato dal Ministero della Salute: nella scelta dell’intervento chirurgico l’appropriatezza diventa la parola d’ordine.
- Nelle donne in età riproduttiva, che desiderano una gravidanza l’intervento chirurgico va eseguito se il fibroma impedisce la gravidanza o se le sue dimensioni possono determinare problemi in caso di gravidanza futura, poiché in gravidanza i fibromi tendono a crescere di dimensioni.
- Nelle donne prossime alla menopausa va tenuto presente, nella valutazione dell’opportunità di un intervento, che i fibromi dopo la menopausa tendono lievemente a regredire o comunque a creare sempre meno problemi.
La salute della donna nella sua globalità deve sempre essere al centro della strategia diagnostica e terapeutica.